La fabbrica del carnevale ha inizio effettivo con la lavorazione dell'argilla da maestri della modellazione. Le forme vengono ideate prima su carta e poi fedelmente riprodotte nel positivo di argilla. Infatti, il Carnevale di Acquapendente non è uno di quelli nati recentemente per scopi turistici ma fonda le sue radici nella storia della città. Mentre la creta prende forma tra le mani del progettista, altri allestiscono il locale che dovrà ospitarli durante il lungo lavoro per la costruzione del carro, predispongono l’illuminazione, gli attrezzi, le armature che dovranno sostenere l’enorme peso dei modelli in creta.
Per scoprire dove nasce la cartapesta bisogna addentrarsi, i giorni freddi di fine d’anno, nei locali adibiti alla costruzione dei carri allegorici. Le figure nascono dalla creta, plasmata da mani esperte che danno loro le pose e le proporzioni volute. Il bozzetto, che l’ideatore del carro realizza in scala con attenzione alle proporzioni più che ai particolari, è già una piccola opera d’arte, frutto dell’esperienza degli artigiani aquesiani e della loro inventiva.
All’inizio si lavorano le parti piatte che dovranno ricoprire le sponde del carro mentre per le figure a tutto tondo è necessario costruire delle armature di legno e ferro, a volte ricoperte di rete metallica per farvi aderire la creta ed alleggerirle. Il modello viene costruito a partire dal sostegno in legno cui si fissa il telaio in ferro, sul quale vengono pigiati quintali di creta, fatti aderire, livellati e se necessario trattenuti con delle garze. La modellatura deve essere particolarmente attenta a non creare sottosquadri, altrimenti sarebbe impossibile il distacco dagli stampi. La figura dovrà essere rifinita, levigata ed infine ricoperta di grasso per non farla attaccare al calco in gesso che da essa verrà ricavato successivamente. Allorchè la creta informe ha preso le sembianze volute si passa alla preparazione del gesso. Il calco nasce ricoprendo il modello in creta con strati di diverso colore per ottenere uniformità di spessore e strisce di sacco di iuta per ottenere maggiore compattezza. Il gesso dopo essere stato staccato delicatamente dalla forma viene ripulito dalle scorie e ritoccato. Enormi stufe improvvisate, bruciando grandi quantità di legna provvedono oltre ad asciugare le stampe anche a riscaldare il freddo locale dove si lavora. Mentre i pesanti calchi in gesso si asciugano, già si prepara la colla che servirà per la cartapesta. Una ricetta semplice ed efficace che si tramanda d’anno in anno, la viuta con un chilo e mezzo di farina deve essere allungata con 3 Litri d’acqua bollente. Servirà ad incollare gli strati di giornale che a tre a tre andranno a ricoprire il calco. Proprio come per il gesso, il secondo strato è di colore diverso. Con questo procedimento e senza altri accorgimenti si ottengono forme dello stesso spessore. La cartapesta diviene così molto semplice da realizzare e mentre il cantiere è in piena attività ognuno può dare il proprio contributo, l’unico accorgimento è fare bene aderire la carta allo stampo usando piccoli pezzi. La tecnica della cartapesta ad Acquapendente è stata perfezionata nel dopoguerra anche se, da documenti fotografici, risulta che si costruivano carri con tale tecnica già nel 1923. I segreti di quest’arte si rinnovano ogni anno e spesso vengono sperimentate nuove tecniche per rendere il lavoro meno gravoso e soprattutto le strutture più leggere e maneggevoli.
La cartapesta staccata dal calco in gesso è pronta per essere ricomposta, i pezzi vengono collegati con filo di ferro dolce e colla. Le giunture verranno nascoste incollandovi altri strati di carta. Un impasto bianco ricavato con gesso e colla permetterà, una volta levigato, di ricoprire le asperità della cartapesta. La coloritura a tempera, realizzata a pennello e poi a spruzzo, è l’ultima fase prima della verniciatura finale con lo strato impermeabile trasparente necessario per lucidare la figura ed eventualmente proteggerla dalla pioggia. La cartapesta è ora pronta, leggera e sfavillante come l’ideatore del carro l’aveva immaginata diversi mesi prima. Mentre si fanno gli ultimi ritocchi i fabbri del gruppo predispongono la struttura portante del carro ed i movimenti. I movimenti sono sempre particolarmente curati ed originali, risultato di giochi di carrucole e leve combinate al punto giusto a volte impiegando piccoli motori elettrici per far ruotare le figure più piccole.
La bravura e l’esperienza degli artigiani si manifesta nella capacità di utilizzare più tecniche contemporaneamente. La cartapesta per le figure che si dovranno produrre in più copie, il polistirolo per le figure molto grandi, per cui sarebbe difficoltoso e molto laborioso creare modelli in creta. Altra caratteristica degli attuali inventor di mascherate è la satira politica sempre particolarmente pungente è una costante nel Carnevale Aquesiano. I grandi carri rappresentano i più recenti avvenimenti politici nazionali e a volte locali, ma anche i piccoli carri ed i gruppi a piedi danno il loro contributo per la riuscita della festa. Gruppi come la vecchia Squadraccia hanno realizzato per anni allegre mascherate mettendo alla berlina se stessi e tanti loro amici. Il Carnevale quindi è stato sempre molto sentito ad Acquapendente non solo dai costruttori dei carri ma da tutti gli altri giovani o meno che si lasciano coinvolgere in scherzi più o meno graditi.
REALIZZAZIONE DEI PUPAZZI
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