Fabio Novembre


"Dal 1966 rispondo a chi mi chiama Fabio Novembre.
Dal 1992 rispondo anche a chi mi chiama “architetto”.
Ritaglio spazi nel vuoto gonfiando bolle d’aria e regalo spilli appuntiti
per non darmi troppe arie.
I miei polmoni sono impregnati del profumo dei luoghi che ho respirato
e quando vado in iperventilazione è soltanto per poi starmene un po’
in apnea.
Come polline mi lascio trasportare dal vento convinto di poter sedurre
tutto ciò che mi circonda.
Voglio respirare fino a soffocare.
Voglio amare fino a morire."
Fabio Novembre, 2009
"Dici in giro di conoscermi bene, dai, raccontami, dimmi chi sono, fai finta che io non sia qua".

Fabio Novembre nasce a Lecce nel 1966, bilancia, amore e giustizia. Nel 1984 si trasferisce a Milano, dove si iscrive alla Facoltà di Architettura del Politecnico; frequentanto contemporaneamente l'I.S.A.D. (Istituto Superiore di Architettura e Arredamento), dove incontra Giovanni De Lucchi.
Al Politecnico emerge naturalmente per vitalità e passione. Nel 1988 presenta la poltroncina "Honlywood" al salone internazionale del mobile di Milano, pezzo a cui si deve il primo passo d'autore nel mondo del design, con annessi premi e riconoscimenti.
Poltrona Honlywood - 1988 - Fabio Novembre
Nello stesso anno incontra il professore Arturo Dell'acqua Bellavitis, e con lui inizia a collaborare all'attività didattica del corso di "Architettura e Arredamento degli interni"; così ancora studente si ritrova, orgogliosamente, già in cattedra, dove viene ricordato con episodi anomali: agli esami spiazzava gli allievi, interrogandoli sull'ultima scultura lignea di Oskar Kogoj, sul primo film di Pedro Almodovar, sul disco del momento di Pino Daniele.
Nel 1989 trascorre tre mesi in Danimarca, grazie al progetto Erasmus; e l'anno seguente viene folgorato de un nuovo modo di vedere le cose: "una diversa tradizione", insegnamenti fondamentali sono quelli di Corrado Levi, Mollino, Albini, Santachiara, Satie ed Escher.
Si avvicina all'Arte Contemporanea, da Alghiero Boetti a Jean-Michel Basquiat, a Stefano Arienti. Nel 1991, durante un week-and nel mese di Giugno, si trova a bere wiscky con Castiglioni ed ascoltare, per un pomeriggio intero, all'ombra della "vela" del terrazzo, un implacabile Enzo Mari, che nel suo stile lo stimola a una maggiore riflessione critica.
Fonda con alcuni amici (George Fontana, Marc Dolger, Lars Andersen, Mikal Jorgensen) il gruppo "La Corrente del Golfo", con cui presenta una serie di piccoli oggetti, come la lampada "Orbit", animata da uno strano mix zoomorfo/hi-tech.
Nel 1992, durante la discussione della sua tesi di laurea, il professore Giandomenico Salotti lo invita a ripensare a come potrebbe essere fatta una seggiola; "Un fazzoletto appoggiato a terra" è la risposta, certo una "metafora" alla Ettore Sottsass.


Him and Her - Fabio Novembre


S.O.S. - Sofa of Solitude - Fabio Novembre 

Finessi Beppe - Intervista a Fabio Novembre in Juliet vol.2 - April/July 2009 pp.9


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