THE DIGITAL FABRICATION

"Siamo di fronte all'evoluzione della produzione di massa, che è la personalizzazione di massa".
Giorgio Olivero.

Vincitore dell' European design award nel 2010.
 Giorgio Olivero, 35 anni, è il direttore creativo di To.Do, studio di design torinese nato a fine 2007.
"Entro una decina d'anni saremo testimoni di una esplosione del gusto, perchè queste macchine aprono il campo a un nuovo tipo di sensibilità progettuale.
Spamghetto è nato così, da un pò ero affascinato dai testi delle mail di spam. Le ho sempre trovate un condensare estremo, iperreale, della vita. C'è di tutto: la salute, gli amici, il lavoro, la malattia, il sesso.
Così ho pensato di tirarle fuori dalle nostre caselle di posta e di metterle in evidenza. Quindi abbiamo scritto un algoritmo e ci abbiamo fatto una carta da parati. Oggi possiamo ogni volta produrre uno Spamghetto differente.


Spamghetto è una carta da parati fatta con software generativo.

"Per esempio con 50 o 100 frasi che il cliente ritiene divertenti o importanti. O focalizzanti su particolari temi. Pochi giorni fa me ne hanno chiesto una versione in cinese.
Ma quando saranno pienamente sviluppati, avremo una produzione realizzata solo da pc e software, con un intervento umano ristretto all'inizio e alla fine del processo.
Anche se purtroppo per quanto ne so in Italia non c'è quasi nessuno che stia facendo sperimentazione su questo settore".
Insomma, benvenuti nell'era della mass customization: la personalizzazione di ogni prodotto in copia unica, solo per l'acquirente.

E oggi mi stampo un anello

Immaginare un futuro in cui potremo personalizzare qualunque oggetto. Tutti avremo in casa una stampante 3D e su internet centinaia di migliaia di software, gratuiti, per creare.
Non trovate il tappo del vino? Pesto fatto. Scaricate il software, mettere un pò di silicone nell'apposita vaschetta, fate click: eccolo "stampato", cioè creato per voi, come vi piace: a punto, a pupazzetto umano, a striscie arancioni.
"L'UNICO LIMITE E' LA FANTASIA".


Esiste già una stampante 3D opensource, la RepRap (http://www.reprap.org/), con la quale potete costruire da soli seguendo le istruzioni e comprando i pezzi on-line e che poi è virtualmente in grado di replicare se stessa "ristampandosi", insieme ad alcune innovative tecnologie per la "Digital Fabrication".
On-line infatti ci sono decine di stili in cui si può già divertire a creare attraverso queste stampanti tessuti o carte da parati, tagliando al laser i vostri cartamodelli e naturalmente progettando in 3D qualsiasi oggetto (ancora di dimensioni ridotte).

Modellazione architettonica.

Torneremo al pezzo unico, ma questa volta hi-tech

E' già possibile "stampare" su tre dimensioni plastica, metallo, silicone, vetro, ceramica e l'elenco si allunga velocemente: le potenzialità sono enormi.
In pratica, con uno scanner 3D, una stampante 3D, un laser cutter e un paio di computer, ormai si può fabbricare quasi qualunque cosa. Come cercano di dimostrare i Fab Lab (Fabrication Laboratory) lanciati dal M.I.T. di Boston: luoghi magici e speciali a metà tra un'officina e l'antro di uno scenziato pazzo.

In Italia il primo è stato aperto poche settimane fa a Torino per la mostra Stazione Futuro.
I primi sono stati i designer ad iniziare a scriversi da soli i software con cui poter "Stampare" in 3D intere classi di oggetti completamente nuove.
Il sistema di decorazione di oggetti on demand sembra destinato a segnare la scomparsa della produzione di massa, rendendo inutili i magazzini e obsoleta la catena di montaggio. Chi vorrà più comprare un oggetto uguale a migliaia di altri quando tutto sarà personalizzabile?

Mostra della Stazione Futuro Torino.
Jesse Louis-Rosenberg, ex studente del M.I.T. e fondatore nel 2007, insieme a Jessica Rosenkrantz, di Nervous System, studio di design tra i più all'avanguardia nel settore.
"Siamo affascinati dai fenomeni della natura e il nostro lavoro parte dal tentativo di capire come il mondo che ci circonda si organizza e si costruisce. Quando troviamo un fenomeno naturale che ci interessa, passiamo moltissimo tempo a studiarlo, poi quando ci pare di saperne abbastanza, creiamo il nostro software, che virtualmente può realizzare infiniti disegni. Alla fine rendiamo anche disponibili i software on-line, così chiunque può creare un disegno personalizzato e ordinarcene la stampa. In questo modo preserviamo l'infinita varietà del processo creativo e invitiamo anche gli utenti a partecipare alla creazione dei loro oggetti per capire meglio l'idea che c'è dietro."

Una delle sedi dei Laboratori del M.I.T.
Alcuni dei siti che offrono già servizi di stampa in 3D o laser cut on demand; basta caricare nel sito il proprio progetto, selezionare il tipo di materiale con cui si vuole creare l'oggetto, il colore e le dimensioni. Poi si riceve l'oggetto direttamente a casa.

Viola Alessandra - tecnologia in Espresso - anno LVII n.20 - 19 maggio 2011 - pp. 116.

Fahrenheit 451

"Le cose che voi cercate, Montag, sono su questa terra, ma il solo modo per cui l'uomo medio potrà vederne il 99% sarà un libro."



Riempiti gli occhi di meraviglie, vivi come se dovessi cadere morto fra dieci secondi!
Guarda il mondo: è più fantastico di qualunque sogno studiato e prodotto dalle più grandi fabbriche.
Non chiedere garanzie, non chiedere sicurezza economica, un siffatto animale non è mai esistito; e se ci fosse, sarebbe imparentato col pesante bradipo che se ne sta attaccato alla rovescia al ramo di un albero per tutto il giorno, passando l'intera vita a dormire. Al diavolo, squassa l'albero e fà che il pesante bradipo precipiti al suolo e batta per prima cosa il culo!

.....


"Per quante volte un uomo può andare a fondo e rimanere vivo? Io non posso più respirare."


E quando ci domanderemo cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro: noi ricordiamo. Ecco dove alla lunga avremo vinto noi. E verrà il giorno in cui saremo in grado di ricordare una tal quantità di cose che potremo costruire la più grande scavatrice meccanica della storia e scavare, in tal modo, la più grande fossa di tutti i tempi, nella quale sotterrare la guerra.

Nella Cinematografia

"Noi siamo una minoranza di indesiderabili che grida nel deserto".



"Dai retta a me, Montag: non c'è niente lì. I libri non hanno niente da dire. Guarda: queste sono opere di fantasia, e parlano di gente che non è mai esistita. I pazzi che li leggono diventano insoddisfatti, cominciano a desiderare di vivere in modi diversi il che non è mai possibile. [...] I romanzi non sono la vita. Che cosa speravi di ricavare da tutte queste parole stampate? La felicità? Che idiota devi essere stato! Questa immondizia può far diventare pazzo un uomo. Credevi di poter imparare sui libri il segreto per camminare sull'acqua, vero? Montag, devi imparare a pensare un po'! Tutti questi scritti, tutte queste ricette di felicità, sono in disaccordo tra loro. Quindi lasciamo pure bruciare questo mucchio di contraddizioni: siamo noi che in questo momento lavoriamo per la felicità dell'uomo. "

dal film "Fahrenheit 451" di François Truffaut (1966)

What is it?

SOLUZIONE COS'E??? 3°
L'illistrazioni di Bruno Munari all'interno del libro L'anguria Lirica di Tullio D'Albisola.
E' l'ingrandimento di una delle illustrazioni realizzate da Bruno Munari contenute nel libro L'anguria Lirica di Tullio D'Albisola.
Tullio d'Albisola è in realtà uno pseudonimo di Tullio Mazzotti, coniatogli da Filippo Mariretti autore del manifesto del Movimento Futurista.
A Mazzotti si da il merito di aver introdotto nel Movimento Artistico del Futurismo la ceramica come materiale, ponendosi così in una posizione all'avanguardia in quegli anni in cui la ceramica di Albissola veniva prodotta esclusivamente in maniera artigianale.
Le reallizzazioni del Mazzotti, esposte nelle mostre di tutta Italia, ebbero un grande successo da parte del pubblico e della critica.
Negli anni della sua militanza nel Movimento Futurista, Tullio, realizzò, oltre a ceramiche, sculture e aereopitture, le Litolatte: libri di latta con testi suoi e del Marinetti.


Copertina della pubblicazione di Tullio Mazzotti D'Albisola.
Le Litolatte sono libri rarissimi che si contano sulle dita di una mano ed esse rappresentano non solo la più smagliante manifestazione modernista editoriale, ma sono anche il simbolo irragiungibile dell'estetica futurista. Esse sono le pietre angolari di una nuova concezione dell'arte nell'editoria, nella tipografia e nella letteratura.
Descrizione:
E' un libro-oggetto formato da 15 fogli stampati su latta litografata con  un dorso tubolare e rilegatura a "cartoccio" (di 852 gr. di peso), dotato anche di custodia anch'essa litografata.
Ne esiste una sola copia su carta realizzata per Marinetti, rilegata in pelle rosso-verde e con al dorso 5 bulloni metallici.

Solution 2°


Pillole alimentari di diversi diametri, confezionate in astucci bivalve molto eleganti per forma, colore, materia, semitrasparenza e semplicità d'apertura.
Sia il prodotto stesso che l'astuccio e l'adesivo derivano tutti da una unica origine di produzione. Non quindi lavorazioni diverse su materiali diversi da montare poi in una successiva fase di finitura, ma una programmazione di lavoro molto esatta, certamente frutto di un lavoro di gruppo (team-work).
L'oggetto è monocromo ma con sensibili variazioni di tono, ciò gli dà un aspetto appena sofisticato, che però incontra anche il gusto dei consumatori più lontani da una cultura attuale. Il colore è un verde, un certo verde molto noto sotto la denominazione popolare di "verde pisello", colore abbastanza bene calcolato fin dall'inizio della produzione e non più cambiato a tutt'oggi. Questo colore ha determinato influenze cromatiche anche nella moda e nell'arredamento intorno agli anni 20-30.
La forma delle pillole è abbastanza normale benché ci si sia preoccupati di variarle di diametro; ciò che invece risalta per l'originalità, e nello stesso tempo la semplicità della concezione, è l'astuccio: la sua funzione prende forma in due elementi uguali e simmetrici, come si usa progettare oggi per ragioni di economia produttiva, concavi quanto basta per contenere le pillole di cui hanno già l'impronta sia della forma che del numero e della disposizione. I due elementi sono uniti, a perfetta tenuta, da un adesivo che svolge una doppia funzione: come cerniera-molla dal lato minore e come semplice adesivo dal lato più lungo. Tenendo l'astuccio "di coltello", come si dice, tra l'indice e il pollice e facendo una leggera pressione con i polpastrelli, l'astuccio si apre di scatto e mostra le pillole tutte bene allineate in ordine di grandezza. Le pillole potrebbero cadere a terra ma una puntina di adesivo le trattiene così che si possano staccare quando si vuole anche solo toccandole con un dito.
Una delle caratteristiche tipiche di queste produzioni è la variazione nella serie. Problema molto discusso nei vari congressi mondiali di Designers: nella progettazione di un oggetto di grandissima produzione dobbiamo tener conto dei gusti del pubblico e proporre possibili variazioni al modello così da aumentare le vendite accontentando un maggior numero di compratori? Nel caso della produzione dei piselli si riscontra forse una eccessiva varietà: pur conservando rigorosamente forma e colore, si possono trovare in commercio contenitori da dozzine di pillole, da dieci, nove, otto... fino a contenitori da un pisello. Eccessiva variazione e, in definitiva anche un certo spreco. E poi chi compera un pisello solo e, ancora, lo esige nel suo contenitore? Eppure da migliaia di anni questo oggetto continua a essere prodotto in questo modo; il consumatore non fa caso a questi particolari. Comunque è probabile che questa eccessiva variazione sia il risultato di un errore nella ricerca di mercato, certamente fatta prima di stabilire una così grande produzione e in uso ancora oggi per negligenza burocratica.


"Ottenere astuccio e adesivo da un'unica
origine di produzione"
(ricerca e sperimentazione).

Anche in questo caso nessuna concessione stilistica di un ormai superato gusto del bello classico o moderno secondo le ultime correnti artistiche, nessuna compiacenza sculturale, nessun facile antropomorfismo, ma un dosato gioco dimensionale delle singole parti. L'oggetto si inserisce con onore nella tradizione tecnologica di una produzione calcolata sia pure con estremo rigore ma non senza calore umano e sociale e, si può forse dire, con un leggero senso di humor. - Di Bruno Munari"

 
In questo piccolo oggetto troviamo molto della teoria di Bruno Munari.
Egli parte come sempre dal materiale e dalla tecnica. Attraverso una grande conoscenza del materiale, delle sue potenzialità e qualità e dopo aver capito  in quanti modi esso si può trasformare, arriva al risultato finale: ottenere astuccio e adesivo da un’unica origine di produzione ( ricerca e sperimentazione).
Realizza un oggetto di DESIGN perché esso tende all’ESSENZIALITA’ ed è quindi a “lunga scadenza”, destinato a DURARE NEL TEMPO a contrario della moda che risponde al capriccio, al gusto e quindi destinata a un breve periodo.

Qui troviamo espressa l'unione tra
materiale e tecnica, collaborazione
dominante nelle teorie di Bruno
Munari.
 

Solution 1°


Il cos è della settimana riguarda il numero in alto a sinistra nell'edificio fotografato da Sottsass, e inserito nella pubblicazione del libro foto dal finestrino. Evidenziato nel riferimento sotto posizionato. Il libro "foto dal finestrino" di Ettore Sottsass viene realizzato attraverso la pubblicazione di 26 scatti da lui stesso prodotti, affiancati da didascalie documentante: luoghi, paesaggi, volti un pò da tutto il mondo.
Sono le immagini a parlare, figure e situazioni di vita che non hanno neanche bisogno di essere commentate. L'immagine costituisce una forma di comunicazione alternativa alla parola.



       
       nella foto affianco viene indicata la collocazione
 del dettaglio preso in esame.
 "DOMUS di Dicembre 2004".



Solution 1a.
La soluzione al cos'è, risulta essere la collabborazione tra il gruppo di design MEMPHIS: Ettore Sottsass, Hans Hollein, Arata Isozaki, Andrea Branzi, Michele De Lucchi; e la famosa ditta di laminati ABET, nata dopo il primo dopo guerra, mutando da fabbrica militare a fabbrica civile, con un modo del tutto innovativo di concepire ed utilizzare il laminato.
Illuminata e coraggiosa da una parte e la straordinaria sensibilità al colore e la grande capacità del capo gruppo MEMPHIS, Ettore Sottsass, che con il tema "Bacterio" va a contaggiare molti oggetti di design; in particolare nel caso della calzatura presa in esame:
ADIDAS APS OKI-NI.


Modello ADIDAS APS OKI-NI
BACTERIO "Pattern" laminato




il centro commerciale di sciaquata sembra essere uno
 dei soli posti per trovare  il laminato di
Memphis. ciò è la prima macchia di Memphis nel selvaggio.
 
la collaborazione di ABET laminati e
la forza creativa di Karim Rashid.